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L'opera intreccia, a due anni dalla scomparsa della sociologa, teoria e pratica, riflessione e militanza, analisi ed esperienze di persone provenienti dal mondo accademico e politico. Un progetto che racchiude in un'unica narrazione percorsi differenti per provenienza, genere, generazione e impegno. Un viaggio verso la comprensione dell'altro dove lo sguardo sulle donne è centrale nella riflessione sulla democrazia, sulle libertà e sul superamento dei confini per sconfiggere domini e terrorismi. Il libro offre un percorso interdisciplinare che decostruisce etero-normatività storiche, politiche, sociali, patriarcali e neo-patriarcali, spaziando dall'Albania fino all'Ucraina, riflettendo su amore, migrazioni, appartenenze, reti di solidarietà, generi e generazioni, offrendo una narrazione che coglie l'invito espresso dall'autrice in Islam e Democrazia a esplorare: «il nostro territorio mentale, il bagaglio di immagini e simboli che determinano le nostre emozioni e i nostri pensieri, i nostri schemi culturali, i punti di riferimento della nostra civiltà, quell'insieme di cose insomma che ci permettono non solo di comprendere il mondo, ma anche di situarci e di agire in esso».